‘Assegno unico, da marzo 2023 il rinnovo è automatico

Inps prorogherà l’erogazione a fronte di una domanda presentata entro febbraio, accolta e in corso di validità. Isee comunque da presentare

Aumenta da 100 a 150 euro la maggiorazione forfettaria dell’assegno unico per le famiglie numerose. L’emendamento alla legge di Bilancio del governo è ora all’esame del Mef dopo i pareri favorevoli rispettivamente del ministero del Lavoro e di quello dell’Interno. L’emendamento aumenta la maggiorazione del 50% portandola dagli attuali 100 euro a 150 euro e rendendola strutturale..

Intanto da marzo 2023 il rinnovo dell’assegno unico e universale sarà fatto d’ufficio dall’Inps, a patto che negli archivi dell’istituto, al 28 febbraio 2023, risulti presente una domanda accolta e in corso di validità. Tuttavia i beneficiari dovranno presentare una nuova Dsu, riferita al 2023, per ricevere l’importo spettante, se superiore ai minimi. La novità è stata comunicata dall’Inps con la circolare 132/2022 e costituisce un passo avanti rispetto a quanto previsto finora.

L’assegno unico e universale ha debuttato quest’anno e, in base al decreto legislativo 230/2021, annualmente gli interessati dovrebbero presentare una richiesta di accesso al beneficio che decorre dal mese di marzo a quello di febbraio dell’anno seguente. Tuttavia lo stesso Dlgs ha previsto la possibilità di arrivare all’erogazione d’ufficio, cosa che l’istituto di previdenza, come sottolineato dallo stesso, è riuscita a realizzare anche grazie ai fondi del Pnrr.

Isee da rinnovare

Questa evoluzione della procedura, tuttavia, non esime i beneficiari da altri adempimenti. Il principale è quello relativo alla presentazione, ogni anno, di una dichiarazione sostitutiva unica (Dsu) per ottenere l’Isee, a cui è collegata la graduazione dell’importo dell’assegno unico. In assenza di Isee, infatti, l’assegno viene erogato nel valore minimo. Quindi, entro giugno 2023, si dovrà presentare la Dsu relativa all’anno prossimo (potendo così recuperare anche gli arretrati da marzo, mentre se la si presenterà da luglio in poi non ci saranno gli importi maggiorati arretrati e si continueranno a percepire quelli minimi).

Attualmente l’importo base oscilla tra 175 euro al mese, con Isee fino a 15mila euro, e 50 euro (Isee pari o superiore a 40mila euro o assente), ma dall’anno prossimo secondo quanto previsto dalla bozza della legge di Bilancio 2023, dovrebbe aumentare del 50% in alcune situazioni (figli fino a un anno, oppure almeno tre figli). Inoltre per le famiglie numerose è già in vigore una maggiorazione da 85 a 15 euro mensili, sempre correlata all’Isee e altre maggiorazioni sono connesse alla presenza di disabili. Quindi la presentazione dell’indicatore della situazione economica equivalente, in presenza di condizioni che danno titolo alle maggiorazioni, è importante.

Quanto alle modalità, nella circolare 132/2022 Inps ricorda che si può scegliere tra quella ordinaria e quella precompilata e che, in quest’ultimo caso, per semplificare ulteriormente la procedura, se tutti i componenti maggiorenni del nucleo familiare accedono al sistema informativo Isee e autorizzano la precompilazione, non è poi necessario fornire dei dati di riscontro, che possono risultare di non facile individuazione, alle informazioni proposte in automatico. Anche a questo proposito, la legge di Bilancio 2023 prevede ulteriori semplificazioni e il passaggio alla precompilata quale modalità “standard” da metà dell’anno prossimo.

Variazioni da comunicare

Inps, inoltre, non rileverà in autonomia una serie di variazioni del nucleo familiare che possono incidere sull’assegno e che quindi vanno comunicate a opera dei beneficiari, modificando la domanda già presentata e inserita negli archivi dell’istituto. La circolare precisa che tali variazioni saranno successivamente controllate con le banche dati a disposizione dell’Inps, ma eventuali variazioni non comunicate non modificheranno le condizioni di erogazione dell’assegno, anche se i nuovi requisiti potrebbero essere intercettati in automatico dalle procedure dell’istituto.

Le principali variazioni da comunicare sono: nascita di figli, cambiamento o inserimento della condizione di disabilità del figlio; variazione dello status di studente per figli 18-21enni; separazioni dei coniugi; nuova ripartizione dell’assegno tra i genitori; variazione delle modalità di pagamento.

Fonte: ilSole24ore

ASSEGNO UNICO: LE NOVITA’

Vale 1,5 miliardi il pacchetto di aiuti alla famiglia e alla natalità della legge di Bilancio, che poggia su un incremento del 50% dell’assegno unico nel primo anno di vita del bambino o alle famiglie con tre o più figli, dall’abbassamento dell’Iva (dal 22 al 5%) per i prodotti per l’infanzia (dai pannolini ai seggiolini per auto), ad un mese di congedo in più per le mamme pagato all’80% dello stipendio. Vediamo più nel dettaglio il pacchetto di misure contenute nella bozza della Manovra, presentate dalla ministra per le Pari opportunità e per la famiglia, Eugenia Roccella.

Assegno unico più ricco

Iniziamo dall’assegno unico e universale accreditato dall’Inps in base all’Isee che viene erogato fino al compimento del ventunesimo anno di età del figlio. Ebbene dal 1° gennaio 2023, per ciascun figlio di età inferiore a un anno, gli importi sono incrementati del 50%, lo stesso aumento è riconosciuto ai nuclei familiari con tre o più figli, per ciascun figlio di età compresa tra uno e tre anni, a condizione che l’Isee sia fino a 40mila euro. Attualmente per ciascun figlio minorenne o con disabilità (senza limiti d’età in questo caso) è previsto un importo di 175 euro mensili per un Isee fino a 15mila euro, somma che si riduce gradualmente per livelli di Isee superiori fino a raggiungere quota 50 euro in corrispondenza di un Isee di 40mila euro (per livelli superiori rimane costante). In virtù dell’incremento previsto in Manovra, l’assegno minimo per chi ha figli minorenni passerà da 50 euro a 75, mentre la quota massima salirà da 175 a 262,5 euro mensili.

Si supera, inoltre, il limite temporale, riferito al solo 2022, dell’assegno per ogni figlio con disabilità, che diventa dunque un sostegno strutturale. Sul fronte delle risorse i precedenti 18,2 miliardi vengono aumentati dalla legge di Bilancio di 345,2 milioni di euro per l’anno 2023, gli attuali 18,7 miliardi vengono incrementati di 457,9 milioni di euro per il 2024.

Novità anche sul versante dell’Iva: scende dal 10% al 5% quella su assorbenti e tamponi (eliminato il riferimento a compostabili secondo la norma Uni En 13432:2002 o lavabili). Passa dal 22% al 5% l’Iva sul latte in polvere o liquido per l’alimentazione dei lattanti o dei bambini nella prima infanzia (condizionato per la vendita al minuto); preparazioni alimentari di farine, semole, semolini, amidi, fecole o estratti di malto per l’alimentazione dei lattanti o dei bambini, condizionate per la vendita al minuto; pannolini per bambini; seggiolini per bambini da installare nelle auto.

Quanto ai congedi parentali, attualmente previsti in via facoltativa per i genitori nei primi 12 anni di vita dei figli (elevati a 9 mesi complessivi dal governo Draghi – rispetto ai 6 precedentemente previsti – e indennizzati al 30% della retribuzione), in legge di Bilancio viene introdotto un mese di congedo aggiuntivo che può essere fruito solo dalla madre lavoratrice, fino al sesto anno di vita del bambino, retribuito all’80% (e non al 30%) della retribuzione (la novità, nell’ultima bozza di testo, si applica alle lavoratrici che cessano il periodo di maternità obbligatoria a decorrere dal 1° gennaio 2023).

Fonte: ilSole24ore